Partecipazione record per il campionato di Mamanet in programma dal 25 al 27 novembre a Roma. Attesi oltre 500 partecipanti, tra tecnici, atlete e famiglie
Oltre 20 squadre, per 200 mamme: tanti gli iscritti al campionato nazionale Mamanet che si terrà a Roma (centro sportivo Tellene) dal 25 al 27 novembre, non a caso per la Giornata internazionale contro la violenza di genere. Tutte rappresentate le regioni nelle quali il movimento è ormai radicato: Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Puglia; alcune delle quali rappresentate da più squadre provenienti da città diverse.
Una partecipazione record, dunque, per un evento tanto atteso dalle atlete AiCS che da prima della pandemia non si ritrovano per un momento di festa e condivisione come il campionato di Mamanet.
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A metà tra pallavolo e palla rilanciata, il Mamanet è rivolto alle mamme e alle donne over 30. Nato con l’idea di dare un’opportunità a tutte le donne di praticare un’attività fisico-sportiva di squadra, la disciplina in poco tempo ha travalicato i suoi scopi iniziali diventando un vero e proprio cult capace di cambiare in poco tempo il ruolo delle donne nello sport e nella società. Nel Paese di origine, allargandosi a macchia d’olio in altre parti del mondo, il Mamanet in poco tempo è diventata una grandissima organizzazione sociale creata da mamme e rivolta alle mamme, molte delle quali per la prima volta chiamate ad una pratica sportiva. I benefici che esse ne ricavano ricadono in maniera positiva sulle loro famiglie, chiamate a partecipare agli eventi in programma, proponendo uno stile di vita sano ed attivo. Oggi il movimento in Israele conta più di 10mila atlete, tanto da essere stato presentato alle Nazioni Unite come “sport di pace”.
In Italia, il Mamanet è stato introdotto da AiCS con una doppia valenza: quella di fare delle donne e delle mamme – ancora oggi fulcro del primo nucleo sociale, la famiglia – delle vere “ambasciatrici” della promozione sportiva, con un occhio di riguardo ai figli educati così fin dalla tenera età al tempo per lo sport; quella di promuovere tra le donne una rete sociale capace di consegnare alle stesse spazi di autonomia e di educare le giovani generazioni alla parità di genere, anche sotto il profilo dell’utilizzazione del proprio tempo libero.
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